Nei mesi di maggio e di giugno si svolgono due tra gli eventi motoristici più importanti e affascinanti al mondo: il Gran Premio F1 di Monaco a Montecarlo e la 24 ore di Le Mans.
Atmosfere diverse ed entusiasmanti.
A Montecarlo c’è tanto glamour, la piccola grande cittadina si trasforma in una pista, il suo porto si riempie di lussuosi giganteschi yachts e, nelle serate prima della gara, sono diffuse le feste negli hotels, sulle ville galleggianti e lungo il porto.
A Montecarlo la F1 crea un evento-vetrina. Chi ci va, lo fa per mettersi in mostra e sa che il lusso fa parte della quotidianità.
Appena le competizioni finiscono, le strade vengono riaperte e chi lo desidera può percorrere il tracciato dove, poco prima, le fantastiche formula hanno gareggiato. Così chiunque può sentirsi più vicino a questo mondo pieno di sfarzo. Poi quando la Ferrari vince come quest’anno…!
Ma la 24 di Le Mans è qualcosa di veramente speciale. È intenso profumo di motori, è una grandiosa festa della competizione. I piloti sono dei gladiatori e le auto dei possenti destrieri.
Il rombo dei motori si accende già dal mercoledì, le qualifiche durano fino a giovedì notte, poi venerdì pausa e sabato alle 15.00 inizia la gara che dura fino alla stessa ora della domenica.
Non sono mai stata sul posto, l’ho vista soltanto dalla Tv, che permette di viverla senza perdere il sapore e le sensazioni di quell’atmosfera.
Le Mans è vero profumo di motori, i bolidi sono esteticamente magnifici, sia i prototipi che le GT. L’organizzazione mastodontica è impressionante, sono tanti gli aspetti che la rendono unica. È la gara delle gare.
La tecnologia di estrema avanguardia si mescola alla preparazione dei singoli team che sono composti da uomini preparatissimi: meccanici, ingegneri e piloti che lavorano per un anno insieme e formano squadre unite da un unico scopo: quello di tagliare il traguardo.
Per 24 ore se accendi la tv su EuroSport ci sono loro, i piloti di vetture estreme, che non si fermano mai e poi i commentatori, come Nicola Villani per l’Italia, che con la loro voce contribuisco a creare l’atmosfera della gara e ne lasciano un’impronta indelebile.
Alle due di notte prima di andare a dormire e prima di spegnere la tv, si controlla la situazione della gara. La mattina dopo, appena alzati, si accende la tv e ci sono ancora loro che, a velocità impressionanti, non perdono la concentrazione e sfrecciano verso l’obiettivo. Tutto ciò è commovente e crea un turbamento, un’eccitazione anche a chi non è particolarmente appassionato.
Poi ci sono i piloti per cui si fa il tifo, quelli che cerchi costantemente nella lunghissima classifica, che scorre in basso sullo schermo, come i titoli di coda di una trasmissione. Quelli che vorresti che la regia inquadrasse più spesso perché in quelle ore sono i tuoi eroi.
Poi ci sono i momenti terribili, quelli in cui la sfortuna ci mette lo zampino: quando una macchina per qualsiasi motivo si ritira.
Ricordo l’anno scorso che Toyota perse la gara contro Porsche gli ultimi 5 minuti dopo aver dominato la gara per ben 23 ore e 55 minuti.
Quest’anno non è andata meglio alla Toyota: nel pieno della notte, nel giro di un quarto d’ora due delle tre macchine del Team, hanno dovuto abbandonare per motivi tecnici. Ancora lontani dai box, dove avrebbero potuto ripristinare l’auto, i piloti hanno dovuto arrendersi perché non riuscivano più ad accendere il motore. Io personalmente non faccio il tifo per la Squadra Toyota, ma in quei momenti, avrei voluto andare là e spingere la macchina. Ho immaginato la terribile sensazione di rabbia che i piloti hanno provato in quei minuti lunghissimi. Ho avuto voglia di piangere quando ho visto gli occhi pieni di lacrime del “vecchio capo Toyota”, beffato, anche lui, per la seconda volta in due anni.
Però questo mondo è fatto così: dalle stelle alle stalle in un attimo! E loro, i protagonisti, lo sanno. Morale: anche quest’anno ha vinto la Porsche.
E poi che dire dei meccanici! Preparati, veloci, instancabili, per tutta la notte sono pronti a rimettere in sesto la macchine che possono piombare al box in ogni momento, con qualsiasi problema da risolvere, nel minor tempo possibile. Ovviamente!
E poi quanto è impressionante vedere gareggiare prototipi e Gt insieme! Avanzano a velocità altissime anche se molto differenti: quando un prototipo supera una Gt, quest’ultima sembra quasi ferma. È proprio quel QUASI che dà l’idea di quanto questo sport sia estremo. Su un circuito di 13,6 km, in 24 ore riescono a completare più di 360 giri. Ciò significa circa 5000 km. È come dire Parigi Roma andata e ritorno per quasi due volte!!
Tutto ciò fa effetto ed è senza dubbio esaltante.
Questa è la gara delle gare.
SimonB
SimonBwww.ildiariodisimonb.comLetteratura, artee attualità.
|
![]() |
Lascia un commento