BLACKWATER I, LA PIENA di M. McDowell – recensione.

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Quando l’energia magica è libera di agire e prende forza dalla natura, accadono cose straordinarie, talvolta inquietanti.
E quando gli esseri umani le accettano e ci convivono, tutto diventa surreale eppure vero, strano eppure vivo.
Il bello sta nel fatto che non si sa a cosa si va incontro, proprio come accade con la lettura di questo romanzo.

“BLACKWATER – La Piena” è il primo di sei volumi che raccontano le vicende della famiglia Caskey, famiglia ricchissima che vive a Perdido una cittadina dell’Alabama. Siamo nell’anno 1919 e tutti gli abitanti della città sono stati sfollati a causa di una devastante alluvione che ha sommerso la maggior parte delle case, dei campi e delle segherie della città.
Insieme all’alluvione fa la sua comparsa Elinor, affascinante quanto misteriosa donna dai capelli color rame, dal passato oscuro, la quale entra a far parte della famiglia Caskey, pur non essendo accettata dalla potente matrona Mary-Love.

“…notò una cosa che prima gli era sfuggita: sulla carta da parati scura, la luce del sole ora illuminava il segno lasciato dall’acqua alta al picco della piena. Superava di quasi mezzo metro la testiera del letto rifatto con cura di Elinor Dammert. Ma se l’acqua era arrivata fin là, com’era riuscita a sopravvivere quella donna?”

La lettura è fluida e piacevole; l’autore, nella sua semplicità narrativa, riesce comunque a mantenere l’attenzione del lettore alta e la tensione al punto giusto.
Presentata come una saga horror, fino a qui, alla fine del primo volume, non la definirei tale. Però non si può dire che manchino mistero, intrigo e anche un pizzico di magia. Il romanzo è pieno di tensioni e di colpi di scena che gli danno qualche sfumatura gotica.
Di sicuro si è invogliati a leggere i volumi che seguono.

SimonB

SimonB

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Letteratura, artee attualità.
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